Ancora qualche
giorno ed eccoci a carnevale! Colorati coriandoli, stelle filanti,
maschere, e poi fritoe, crostoi e castagnoe – un tripudio di
allegria e golosità; antico rito collettivo profondamente radicato
nella tradizione veneta, ma che purtroppo si sta un po’ perdendo
nella globalizzazione delle zucche illuminate e del “dolcetto
scherzetto”.
La sua origine è antichissima, risale
a preistoriche celebrazioni solstiziali che secoli e secoli dopo
vennero codificati, ad esempio, nei Saturnalia dei latini e dei
romani.
Al medioevo risalgono le prime forme
documentate ed il nome stesso Carnevale, sembra derivi da “carnem
levare”, cioè togliere la carne dalla tavola. In questo periodo di
mezzo, fra Epifania e Quaresima, si capovolgono i rapporti gerarchici
della società , si gode dei beni materiali come il cibo e bevande,
ci si maschera. E la maschera è infatti un elemento essenziale del
Carnevale. Fin dall’antichità questo oggetto assume un ruolo
essenziale nei riti magici, per scacciare gli spiriti maligni, per
assumere una personalità diversa.
In Veneto, il carnevale più famoso ed
amato è certamente quello veneziano, dove appunto domina la
maschera. La maschera veneziana è la Bauta, usata da uomini e
donne indistintamente, “la maschera che ogni disuguaglianza
agguaglia”. In Bauta si andava a teatro – la stagione teatrale
iniziava ad ottobre - ci si recava al Ridotto, la prima casa da
gioco pubblica aperta a San Moisé nel 1638, alle molte feste
private, e ci si mascherava anche nei quindici giorni della festa
della Sensa. Si trattava di un accessorio ampiamente utilizzato per
mantenere in un certo qual modo l’anonimato, e non solo a
carnevale!
Ma se parliamo di maschere non possiamo
non pensare anche alle altre tradizioni carnevalesche presenti in
Veneto.
Maschere in legno scolpito, elaborati
costumi e copricapi riccamente decorati di nastri e ninnoli,
caratterizzano il carnevale nel comune di Comelico Superiore. Il
Corteo si svolge secondo uno schema ben preciso ed è sempre
accompagnato dalla Musica – ovvero il gruppo dei musicisti –
e il personaggio più rappresentativo, che apre e guida tutta la
sfilata è il Matazìn, maschera sempre impersonata da un
uomo, che porta un alto copricapo decorato, ed è preceduto dal Laké,
sorta di banditore, che annuncia l’arrivo del Corteo. Sono maschere
prestigiose, raffinate, portano un copricapo molto alto rivestito di
velluto e adorno di nastri e altre decorazioni chiamato calòta.
Entrambi procedono seguendo il ritmo della musica, ballando e
saltando, facendo piroette. Il loro ballo è quasi un rito nuziale,
propiziatorio, per immettere nel bianco dell'inverno i colori della
primavera.
Le maschere si suddividono poi in
Maskri da béla (maschere da bella) e Maskri da vécia
(maschere da vecchia), le uniche che ancora usano i volti,
cioè le maschere in legno.
Le maschere in legno sono ancora
protagoniste a Sappada. Qui il carnevale si svolge le tre domeniche
prima della Quaresima: la prima è la domenica dei poveri,
alla quale segue la domenica dei contadini e la domenica
dei signori. Il personaggio tipico del carnevale sappadino è il
Rollat: impersonato da un uomo alto e robusto, veste con un
pellicciotto scuro con ampio cappuccio e dei pantaloni a righe, e
campanacci legati in vita – i Rollen . La sua maschera
lignea è severa, con folti baffi ed ampie sopracciglia. Ha in mano
una scopa con la quale spaventa i bambini, che invece si divertono a
stuzzicarlo.
Ad ognuno quindi il suo carnevale, ciò
che importa è divertirsi!
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