A
distanza di due anni dalla sua chiusura ha riaperto al pubblico il Museo della Battaglia di
Vittorio Veneto. Da martedì 11 novembre
2014 è possibile la sua visita tutte le mattine eccetto il lunedì, dalle ore
9.30 alle ore 12.30, sabato e domenica
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Grazie ad un nuovo e
più accattivante riallestimento il comune di Vittorio Veneto presenta una delle
sue collezioni più copiose (22.000 pezzi), rappresentativa di un’epoca in cui
Vittorio Veneto era il simbolo di un’Italia vittoriosa.
Vecchio allestimento |
Il
museo è un sito di grande interesse storico e artistico che conosco molto bene
perché è proprio da qui che ho iniziato a formarmi come guida turistica in un’epoca
in cui era molto difficile parlare di 1^ Guerra Mondiale, agli inizi degli anni
‘90. Ricordo ancora bene le difficoltà a
far conoscere questo argomento. Era difficile parlare della sofferenza, della
morte e delle distruzione causate da una guerra. L’opinione pubblica non ne
parlava, le scuole nicchiavano e difficilmente esploravano il museo e in città si vivacchiava sulle glorie e sul
prestigio di una città decaduta.
Ora la situazione è cambiata: il museo fa parte di una rete di musei
dedicati alla Grande Guerra, ha portato avanti un progetto di riammodernamento
e riallestimento grazie anche a finanziamenti europei e l’interesse per la 1^
Guerra Mondiale è più sentito. Ora esiste l’esigenza di un recupero ragionato
di un’epoca che per le genti del Veneto è stata una vera e propria epopea, di
qua e di là del Piave.
Luigi Marson, l’instancabile raccoglitore delle memorie di una guerra
fino a qualche tempo fa dimenticata, il fondatore del museo, è stato il punto
di riferimento per tutti coloro che avevano a loro volta raccolto oggetti e
memorie e fu anche l’interprete di un sentimento comune di una società lacerata
e sofferente per le atrocità di cui era stata testimone.
Nuovo allestimento |
Proprio questo io penso e cioè che il visitatore del Museo, un tempo come
oggi, venga assolutamente affascinato da questa umanità che palpita nella
sofferenza, da questa umanità che si fa eroica e si trasforma nel sacrificio….
per non dimenticare mai!
Per non dimenticare il loro sacrificio i piccoli o i grandi oggetti, le
testimonianze, le fotografie, i giornali si sono trasformati in una collezione unica e
molto toccante. Partendo dalla corona del rosario raccolta da Marson tra le
mani di un soldato caduto durante la battaglia di Caposile il 17 gennaio 1918
fino al simbolo del museo, il tribolo, piccolo treppiede, un oggetto molto
antico usato con il filo spinato nelle trincee per impedire la marcia agli animali o alle
persone. Il tribolo è un’immagine grafica molto forte perché ora nel museo, in
quanto oggetto consegnato alla memoria dei posteri, si trasforma in una stella
che illumina le nostre coscienze per non dimenticare l’orrore e gli errori.
Giusi
Giusi
Nessun commento:
Posta un commento