Tiramisù
all'ananas, tiramisù alla fragola, tiramisù al té verde, con la
panna, con lo yogurt e via dicendo. Queste sono solo alcune delle
ricette che possiamo trovare dopo una breve ricerca su internet. Ma
mi chiedo, sono tutti questi dei tiramisù? O sono semplicemente dei
dolci al cucchiaio, sicuramente buoni (almeno lo spero!), ma che non
centrano nulla con il vero dolce trevigiano? Eh sì, perché forse
non tutti sono a conoscenza che il tiramisù, o meglio il tiramesù,
è nato nella bella Marca Trevigiana, esattamente a Treviso nel 1962,
al ristorante “Alle Beccherie”. Racconta la signora Ada Campeol
che, dopo la nascita del figlio, mentre lo allattava, la suocera
aveva l'abitudine di portarle uno “sbatudin” (uovo sbattuto con
lo zucchero), del caffè e un savoiardo. Le diceva”Magna che te te
tiri sù, che te fe più late”. Da qui l'idea di preparalo per gli
ospiti.
Nel
libro “La Cucina Trevigiana” di Giuseppe Maffioli troviamo la
vera ricetta, quella che è porta come titolo: “Il tiramesù
legittimo delle Beccherie”.
“Montare
a spuma 12 tuorli d'uova con mezzo chilo di zucchero ed incorporarvi
1 Kg. Di mascarpone, ottenedone una crema morbida. Bagnare uno strato
di 30 savoiardi con caffé zuccherato, quanto basta. Spalmare sui
savoiardi metà della crema, sovrapporre un altro strato di 30
savoiardi che si bagnerà con altro caffé, spalmando la superficie
col rimanente mascarpone. Cospargere con del cacao amaro, e passare
in frigo sino al momento di servire.”
Giuseppe
Maffioli nacque a Padova nel 1925, e in seguito alla separazione dei
genitori, si trasferì con la madre a Treviso. Abitavano in Corso del
Popolo e la sua casa diventò un salotto intellettuale. Si diplomò
come maestro elementare, ma interessi e passione lo fecero avvicinare
alla gastronomia, al giornalismo, al teatro, al cinema. Collaborò
ben presto con uno dei primi periodici di gastronomia “La cucina
italiana”, e con Annibale Toffolo fondò “Vin Veneto” (ora
“Taste Vin”). Fu quindi fra i grandi protagonisti della
tradizione culinaria veneta e trevigiana. Con De Poli e Mazzotti, fu
fra gli organizzatori del primo festival della cucina trevigiana.
Scrive sempre Maffioli:
“In
quel 1959, è nata la fortuna della vocazione gastronomica
trevigiana, e certo fu merito di Dino De Poli, che ebbe la buona
idea, fu merito io che mi prodigai fra mille difficoltà,…fu merito
anche di Bepi Mazzotti che aveva il genio dei rapporti di stima, con
la stampa di tutt’Italia. Era la prima manifestazione del genere,
in assoluto, e si portò subito a livello nazionale, interessando le
più prestigiose testate, dal Corriere
al Giorno,
alla Stampa,
al Tempo,
al Messaggero.
Si riscopriva la Marca Gioiosa nella dignità dei suoi cibi
tradizionali, e diventava esempio per tutta la nazione.”
Come
attore cinematografico recitò con registi del calibro di Ettore
Scola ne Il Commissario Pepe, con Dino Risi ne La moglie
del Prete, o Marco Ferreri, La Grande Abbuffata. Come
attore teatrale affronto i grandi autori veneti: Ruzante o Goldoni,
ma fu scrittore (scrisse un radiogramma su Papa Pio X, che ebbe
enorme successo di ascolti) e regista ufficiale del Dramma Italiano
di Fiume, l'unico teatro stabile di lingua italiana fuori dai confini
nazionali. Morì a Treviso il 3 giugno 1985.
Con
Giovanni Comisso, Giuseppe Mazzotti, Alfredo Beltrame, Luciano
Vincenzoni, Enrico Calzevara, sarà uno dei protagonisti a Treviso,
del "tour-letterario contemporaneo" di domenica 22 marzo e di domenica 19 aprile,
organizzato da Margherita Antonello, coadiuvata per l'ideazione del
testo e dell'itinerario dalle guide turistiche Giovanna Lorenzon, De
Vecchi Giuseppina, Maria Grazia Cecchini e Federica Fossaluzza. Per
informazioni telefonare al numero 349 6632301, oppure inviare
una mail a antonellomargherita306@gmail.com
Sabato 21 marzo e sabato 18 aprile, l'appuntamento è per il "tour-letterario antico"
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