Era usanza il 31
gennaio, ricorrenza dell'arrivo a Venezia delle sacre reliquie di San
Marco, che le giovani coppie celebrassero il loro matrimonio in una
solenne cerimonia collettiva nell'antica cattedrale di San Pietro.
Celebrava il vescovo di Olivolo, alla presenza del Doge, delle
autorità più importanti e di tutta la comunità in festa.
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Gabriel Bella, Il Corso di San Pietro di Castello |
Il 31
gennaio 944, la festa prese una piega inaspettata e tragica: i pirati
istriani attaccarono e razziarono la città, gettando nello sgomento l'intera popolazone. Come erano venuti, veloci sui loro vascelli lasciarono la laguna, portando con loro il ricco bottino e le giovani e
belle spose. Certi di essere al sicuro, fecero sosta lungo la costa, nei pressi di Caorle. Immediata fu la risposta dei veneziani, che
nel giro di ventiquattro ore scovarono i pirati nel loro rifugio e
e poterono così vendicare l'offesa patita, sterminandoli e riportando a casa
le spose rapite. Da quel momento il luogo della battaglia prese il
nome di
Porto delle Donzelle, l'odierno Porto Santa Margherita.
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Luigi Borro, Ratto delle Spose, 1875 circa - ora al Museo Bailo di Treviso |
La flotta rientrò
il 2 febbraio, giorno della Purificazione della Vergine, accolta da tutta la popolazione festante. I
più valorosi nella battaglia, coloro che guidarono l'assalto con coraggio e
determinazione furono i
casseleri, gli artigiani che
realizzavano le preziose
cassele, dove le spose riponevano la
loro dote.Il Doge
Pietro Candiano li voleva premiare, ma loro risposero che avevano
fatto solo ciò che si doveva fare e che se voleva onorare il ricordo
di quell'impresa, era sufficiente che visitasse, ogni anno, il 2
febbraio, la loro chiesa, Santa Maria Formosa. Gli avrebbero offerto un
cappello di paglia per proteggerlo dalla pioggia, se pioveva, e delle
arancie se avesse avuto fame. Ecco quindi che in quel giorno il Doge,
in visita alla parrocchia, riceveva il dono di due cappelli in
paglia, con gli stemmi del papa e del suo casato, un cesto di arancie
e due zucche di vino Malvasia. In compenso egli ricambiava con una
moneta appositamente coniata per l'occasione e consegnata al parroco
– l'
albulo.
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Gabriel Bella - la festa del 2 febbraio a Santa Maria Formosa |
Sempre i quei
giorni, dodici giovani ragazze - chiamate quindi Marie a ricordo del
giorno della purificazione della Vergine - venivano portate in corteo
acqueo fino a San Pietro in Castello per la benedizione del Vescovo e
poi fino a San Marco, dove venivano ricevute dal Doge. A bordo del
Bucintoro venivano poi condotte a Rialto dove ricevevano vestiti e
gioielli preziosi insieme alla dote, offerta dal governo della
Serenissima, Le dodici Marie, le dodici giovani spose. (Marcello Brusegan,
Storia Insolita di Venezia – Alberto Toso Fei, Venezia
Enigma)
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Il corteo acqueo con le Marie |
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