giovedì 6 febbraio 2014

ECCO IL CARNEVALE!



Ancora qualche giorno ed eccoci a carnevale! Colorati coriandoli, stelle filanti, maschere, e poi fritoe, crostoi e castagnoe – un tripudio di allegria e golosità; antico rito collettivo profondamente radicato nella tradizione veneta, ma che purtroppo si sta un po’ perdendo nella globalizzazione delle zucche illuminate e del “dolcetto scherzetto”.
La sua origine è antichissima, risale a preistoriche celebrazioni solstiziali che secoli e secoli dopo vennero codificati, ad esempio, nei Saturnalia dei latini e dei romani.

Al medioevo risalgono le prime forme documentate ed il nome stesso Carnevale, sembra derivi da “carnem levare”, cioè togliere la carne dalla tavola. In questo periodo di mezzo, fra Epifania e Quaresima, si capovolgono i rapporti gerarchici della società , si gode dei beni materiali come il cibo e bevande, ci si maschera. E la maschera è infatti un elemento essenziale del Carnevale. Fin dall’antichità questo oggetto assume un ruolo essenziale nei riti magici, per scacciare gli spiriti maligni, per assumere una personalità diversa.
In Veneto, il carnevale più famoso ed amato è certamente quello veneziano, dove appunto domina la maschera. La maschera veneziana è la Bauta, usata da uomini e donne indistintamente, “la maschera che ogni disuguaglianza agguaglia”. In Bauta si andava a teatro – la stagione teatrale iniziava ad ottobre - ci si recava al Ridotto, la prima casa da gioco pubblica aperta a San Moisé nel 1638, alle molte feste private, e ci si mascherava anche nei quindici giorni della festa della Sensa. Si trattava di un accessorio ampiamente utilizzato per mantenere in un certo qual modo l’anonimato, e non solo a carnevale!


Ma se parliamo di maschere non possiamo non pensare anche alle altre tradizioni carnevalesche presenti in Veneto.
Maschere in legno scolpito, elaborati costumi e copricapi riccamente decorati di nastri e ninnoli, caratterizzano il carnevale nel comune di Comelico Superiore. Il Corteo si svolge secondo uno schema ben preciso ed è sempre accompagnato dalla Musica – ovvero il gruppo dei musicisti – e il personaggio più rappresentativo, che apre e guida tutta la sfilata è il Matazìn, maschera sempre impersonata da un uomo, che porta un alto copricapo decorato, ed è preceduto dal Laké, sorta di banditore, che annuncia l’arrivo del Corteo. Sono maschere prestigiose, raffinate, portano un copricapo molto alto rivestito di velluto e adorno di nastri e altre decorazioni chiamato calòta. Entrambi procedono seguendo il ritmo della musica, ballando e saltando, facendo piroette. Il loro ballo è quasi un rito nuziale, propiziatorio, per immettere nel bianco dell'inverno i colori della primavera.
Le maschere si suddividono poi in Maskri da béla (maschere da bella) e Maskri da vécia (maschere da vecchia), le uniche che ancora usano i volti, cioè le maschere in legno.


Le maschere in legno sono ancora protagoniste a Sappada. Qui il carnevale si svolge le tre domeniche prima della Quaresima: la prima è la domenica dei poveri, alla quale segue la domenica dei contadini e la domenica dei signori. Il personaggio tipico del carnevale sappadino è il Rollat: impersonato da un uomo alto e robusto, veste con un pellicciotto scuro con ampio cappuccio e dei pantaloni a righe, e campanacci legati in vita – i Rollen . La sua maschera lignea è severa, con folti baffi ed ampie sopracciglia. Ha in mano una scopa con la quale spaventa i bambini, che invece si divertono a stuzzicarlo.

Ad ognuno quindi il suo carnevale, ciò che importa è divertirsi!


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